GUNA: ecco cos'è la Gengivite ulcero-necrotica acuta
La gengivite ulcero-necrotica acuta, meglio conosciuta con l’acronimo di GUNA, è un’infezione molto dolorosa che riguarda le gengive.
Essa causa spesso febbre, alito cattivo e malessere generalizzato.
Ma perché accade? E come si può curare? In questa breve guida faremo una panoramica sulla questione per capire come fare se si è in presenza della GUNA.
Le cause della GUNA
Entrando più nello specifico, la gengivite ulcero-necrotica acuta si presenta a seguito di una crescita smisurata di batteri che, normalmente, abitano il cavo orale.
Pur essendo una condizione molto rara, la GUNA esiste e, se anche non colpisce l’interezza della bocca, può comunque coinvolgere più di un dente.
I soggetti maggiormente a rischio sono, purtroppo, quelli che possiedono delle difese immunitarie già compromesse (gli immunodepressi), come i portatori di HIV e AIDS.
Tuttavia, è bene sapere che la GUNA non è contagiosa.
Nessuno può dire, però, di potersi ritenere immune. Questo perché l’infezione colpisce anche chi soffre di pressione da stress, ansia, dieta poco equilibrata o mancanza grave di sonno. Senza contare la predisposizione dei fumatori rispetto a chi non fa uso di sigarette.
GUNA: quali sono i sintomi e come riconoscerla
Premettendo che per avere la certezza assoluta di soffrire di gengivite ulcero-necrotica acuta è necessaria la diagnosi di un professionista, ci sono dei sintomi e delle avvisaglie che ne preannunciano la comparsa.
Solitamente, il primo sintomo è quello del dolore improvviso e del sanguinamento gengivale, così come un’eccessiva e incontrollata produzione di saliva. Tutto ciò porta a una persistente alitosi.
A questo punto, subentrano la febbre e il malessere generalizzato.
Quello che davvero fa capire, però, di essere in presenza della GUNA sono le piaghe (ossia le ulcere) che si creano tra le punte delle gengive in mezzo ai denti. Esse sono ricoperte da uno strato dal colore grigiastro, tipico colore della necrosi, in quanto il tessuto è morto.
Una volta raggiunto questo stadio, per chi ne soffre diventa doloroso parlare, mangiare, deglutire o aprire troppo la bocca.
Ad aggiungersi a questi sintomi tipici, ci sono i linfonodi sottomandibolari che, alcune volte, si ingrossano e contribuiscono alla sofferenza generata dall’infezione.
La diagnosi e il trattamento
La prima opzione da prendere in considerazione dinanzi a queste circostanze è quella di recarsi da un odontoiatra.
Il dentista potrà immediatamente sospettare di essere in presenza della GUNA quando l’alito del paziente appare estremamente cattivo.
La diagnosi, infatti, a volte appare evidente a seguito di un semplice controllo dell’aspetto delle gengive e del cavo orale in genere.
La soluzione, molto spesso, è quella di eseguire il prima possibile una pulizia professionale in più giorni.
Di solito, il paziente tornato a casa continua la cura con sciacqui prolungati a base di perossido di idrogeno o clorexidina e con l’assunzione di antibiotici (amoxicillina). Il tutto senza dimenticare di effettuare una buona igiene orale che tenga le gengive al riparo da infezioni future.
Nei primi giorni dopo la pulizia, l’odontoiatra consiglia al proprio paziente di non spazzolare energicamente la zona dei denti. Così si potrà evitare che le gengive, già molto sensibili a seguito di infezione e trattamento, siano sollecitate e ricomincino a sanguinare copiosamente.
Oltre a tutto ciò i professionisti consigliano, per una rapida ripresa, di bere molti liquidi, mangiare cibi a grande contenuto di nutrienti e di assumere analgesici.
Per un certo lasso di tempo è assolutamente vietato fumare o ingerire cibi speziati e piccanti.